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La preparazione delle ceneri con le palme dell'anno precedente |
Messale riformato da Giovanni XXIII (Editio typica 1962) | Messale tradizionale (Editio typica 1920) |
I Sacri Ministri indossano dalmatica e tonacella come in qualsiasi altra occasione: sono abolite le pianete piegate e lo stolone. | I Sacri Ministri indossano le pianete piegate, paramento di foggia antichissima che caratterizza i tempi penitenziali; il suddiacono la deporrà per il canto dell’epistola, per poi riprenderla, e il diacono la deporrà per il canto del Vangelo, indossando invece lo stolone, e riprenderà la pianeta piegata dopo la purificazione. |
Dopo la benedizione e l’imposizione delle ceneri, s’inizia la messa omettendo le preghiere iniziali (ossia il salmo Judica con la sua antifona, Confessione e Assoluzione, versetti seguenti e orazioni Aufer a nobis e Oramus te, talché la messa inizierebbe con il celebrante che bacia l’altare senza nulla dire e subito provvede a incensarlo). | Terminata la benedizione e l’imposizione delle ceneri, come in ogni messa si recitano le preghiere ai piedi dell’altare senza nulla omettere. |
Alla messa si dice sempre una sola orazione, quella della Feria IV Cinerum. | Alla messa, dopo l’orazione della Feria IV Cinerum, si commemorano i santi occorrenti, che sono di rito doppio. Se non vi fossero santi occorrenti, od occorresse un santo di rito semidoppio o semplice, le orazioni sarebbero in numero di tre, e si direbbero una o due delle orazioni assegnate secondo la diversità dei tempi, ovvero l’orazione A cunctis per invocare il suffragio dei santi e quella d’intercessione pei vivi e i morti. |
Alla fine della messa, come in ogni altra occasione salvo in caso di processioni, si dice Ite, missa est. | Alla fine della messa, come sempre quando non si è cantato il Gloria in excelsis, il diacono canta Benedicamus Domino, volto verso l’altare. |
Fonte: Traditio marciana, 6.3.2019